Faire c’est dire, 2017
Sistema costruttivo e laboratori partecipativi.
Dimensioni variabili.
In collaborazione con Tectoniques Architectes.
Sviluppata in occasione della prima edizione della Biennale di Architettura di Lione (2017), in collaborazione con il collettivo francese Tectoniques Architectes, Faire c’est dire s’ispira alle “impalcature” temporanee in legno (ikrion, in greco) che nell’antica Grecia svolgevano un ruolo importante nelle attività religiose, culturali e politiche della polis. Effimera e modulare, durante lo svolgimento della manifestazione francese, la struttura ha accolto dibattiti, workshop e conferenze, permettendo d’investigare forme e funzioni di questi antichi luoghi d’incontro, che sono all’origine della nozione di democrazia. Pensata come un gigante gioco di costruzioni composto da due sole tipologie di elementi - una serie di travi in legno massello da 2,5 metri e alcune cinghie a cricchetto - la struttura permette ai visitatori di assemblarla senza la necessità di strumenti specifici. Con un richiamo alla ricerca del designer italiano Enzo Mari sull’auto-costruzione (Autoprogettazione, 1974), Faire c’est dire mette in discussione il ruolo del designer - dando spazio alla creatività e alle decisioni degli utenti - e sottolinea i principi di condivisione e partecipazione propri della democrazia.
Photografie : Nicolas Melemis et Tectoniques Architectes